giovedì 8 novembre 2012

Filtri e finestre: il punto di vista


L’osservatore, la sua posizione e la sua percezione sono gli elementi principali del punto di vista.

Ogni qualvolta che vogliamo narrare, dovremmo prima di tutto chiederci consapevolmente quale sarà il miglior punto di vista, quello, cioè, più efficace per raccontare sia la trama che i personaggi così come li abbiamo concepiti.

Il punto di vista deve essere efficace. Deve essere il miglior modo possibile di concepire e “vedere” la storia.

In qualche modo deve poter essere il più… “comodo”! Non trascuriamo, però, anche l’aspetto appassionante e originale che deve assumere il punto di vista.

Immaginiamolo come un filtro o una finestra. Quando narriamo non possiamo raccontare ogni cosa, ma dobbiamo, necessariamente, prendere una sezione, una parte, quella che contiene in sé un messaggio, il messaggio che decidiamo d’inviare al nostro lettore.

Noi lavoriamo come architetti: ogni cosa è in equilibrio, ogni scelta dovrà essere funzionale al tipo di vicenda che abbiamo deciso di raccontare.

Non imprimiamo un segno, piuttosto educhiamo il lettore, facciamo in modo, cioè, da portare fuori ciò che ha dentro.

Il lettore deve rievocare.

La storia e il punto di vista sono parenti stretti. Il punto di vista è una conseguenza della storia e si conforma al contenuto della storia stessa.

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